Con lo sviluppo sempre crescente del culto francescano, anche le
povere dame o Clarisse del secondo ordine fondato da S.
Francesco, non tardarono ad avere quì un proprio monastero. Ed
infatti sin dai tempi del Beato Teobaldo troviamo che esisteva
in Orte il monastero di S. Giorgio delle monache di S. Chiara
alle quali l'anno 1255 il Pontefice Alessandro IV concesse il
privilegio di non pagare alcuna colletta ai legati della Santa
sede. Forse questo monastero, che era situato al Borgo di S.
Giacomo, sotto la Bastia, fu istituito e popolato in principio
da alcune donne ortane, affascinate dal mirabile esempio della
dolce figlia del Conte Favorino degli Scifi, nella rinuncia di
tutti i beni del mondo e nella vita di preghiera e di penitenza.
Che tale monastero appartenesse al secondo ordine francescano, è
dimostrato anche dalle lettere stesse del suddetto Papa,
registrate, come riferisce il P. Casimiro da Roma
(P. Casimiro -
Op. cit.), dal nostro grande
concittadino Giulio Roscio, e riportate dal Wadding e dal
Fontanini (Fontanini - De antiquitatibus Hortae),
dirette a <<tutte le abbatesse e sorelle dei monasteri
dell'ordine di S. Damiano, immediatamente soggetti alla chiesa
Romana>>.
Riferisce il P. Theuli
( P. Theuli -
Op. cit.), che il Pontefice Nicolò
III concesse facoltà alle monache di S. Giorgio di fabbricare un
nuovo convento, poiché il fabbricato dove dimoravano rovinava
seriamente e non poteva essere restaurato. Il Breve è diretto al
P. Ministro Provinciale dei Minori; al P. Custode di Viterbo e
al P. Visitatore dei Monasteri francescani. Le Monache andarono
ad abitare nella chiesa di S. Antonio ed il Papa donò loro anche
alcuni beni confiscati ai condannati di eresia. Leone X
incorporò i beni del monastero di S. Giorgio, abbandonato dalle
monache, al convento dei frati minori e poiché in quel monastero
vi era restata solo una monaca, questa fu mandata in un
monastero di Viterbo. I frati minori presero così possesso del
castello di S. Liberato, che apparteneva alle monache di S.
Giorgio, come da istrumento del notaio Mario Ponte in data 26
aprile 1556. La concessione fu rinnovata ancora nel 1586 e nel
1615 essendo ultimamente Guardiano del convento di S. Francesco,
il P. Marco Battilana da Orte.
Verso il 1300 vi era anche il monastero di S. Croce situato in
contrada S. Giovenale, abitato dalle suore del Terz'ordine
francescano, alle quali l'anno 1391 il Vescovo di Orte, Paolo;
francescano, ad istanza di Suor Angela e delle altre monache
concesse di poter fabbricare una cappella per celebrarvi la
Messa ed in varie festività dell'anno concesse pure l'indulgenza
di quaranta giorni a chiunque avesse visitata tale cappella,
specialmente nei giorni della Invenzione ed Esaltazione della S.
Croce. Le suore erano tenute a dare al Vescovo Paolo e suoi
successori nel primo dei suddetti giorni, ogni anno, due once di
cera, e nel secondo un paio di polli. Anche questo monastero fu
in seguito soppresso e le suore di S. Croce si unirono alle
Monache benedettine del Monastero di S. Antonio Abate.
(Ralli - Cenni
storici di Orte).